Un sole riflesso

Non so dire se fosse giorno o notte e in che luogo mi trovassi, ma c’era in quest’oceano scuro un sole riflesso in un ristretto specchio acqueo. Un profumo di mare e d’oriente aleggiava attorno. Il globo era più piccolo ma assai più potente del sole che siamo abituati a vedere. I riflessi erano accecanti e riuscivo con grande fatica a tenere gli occhi socchiusi. Cercavo di distogliere lo sguardo ma più tentavo di focalizzare altrove più sentivo quella luce abbagliante attirare a sé l’intero campo visivo di cui ero capace. Ero agitato. Ho tentato di proteggere gli occhi allungando le braccia, facendomi scudo con le mani, ma ho potuto avere solo qualche attimo di sollievo.

Il riflesso seguiva l’andamento ondulatorio delle onde formando dei flash continui e casuali che non davano tregua. Provai così a non contrastare quel raggio di eccezionale forza, rallentando il flusso di pensieri e la circolazione sanguigna che sentivo transitare all’interno ad una velocità umanamente insostenibile. Avvertii un forte senso di nausea. Avrei voluto vomitare.

Di colpo sia i riflessi, sia la mia agitazione, e sia l’atmosfera quasi ostile mutò. Mentre guardavo il sole riflesso sulla pelle del mare iniziai ad avvertire un tenue calore che mi sfiorava i pori. In quel momento avevo il gelo dentro. Pensai alla mia dignità. La sentivo umiliata. Ebbi l’impressione di aver permesso o di averla io stesso maltrattata ancora una volta. Tornai con lo sguardo su quei giochi di luce e di movimenti ondulatori e ci entrai dentro. Il calore che percepivo prima non lo sentivo più. Si era tramutato in intensa freddezza. Cercai un contatto amichevole. Stupidamente e inutilmente tentai in vari modi di far capire che avevo bisogno di calore, ma mi accorsi che stavo sconfinando nell’autocommiserazione. – Non sia mai! – Quel gelo restò indifferente alla mia richiesta. Era chiaro che non aveva alcun interesse nei miei riguardi. E iniziò a parlarmi in una lingua incomprensibile. Tornai in superficie. Il sole non c’era più. Annusai a pieni polmoni quel profumo di mare e d’oriente e mi ricaricai di energia, ma riuscii a trattenerne ben poca rispetto a quella che incameravo. Mi sentivo insoddisfatto, incompleto. C’era qualcosa che mi interessava che era lì e che non riuscivo ad individuare, forse l’ho anche intravisto.

Pensai a me stesso, al mio corpo e tutto svanì.

So che tornerò lì…

 

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